Per cambiare bisogna andare oltre la protesta e costruire un partito vero con una visione chiara del futuro che vogliamo.

Le armi usate da Salvini, che va nele piazze e in TV per diffondere odio, non sono per nulla uguali a quelle delle sardine, come vorrebbero far credere alcuni. Io penso che c’è una bella differenza tra il primo e i secondi. Il problema, a mio parere, semmai è altro e, credo, sia un male per questo Paese. Non è possibile che non si riesca a pensare a costruire un vero partito, partendo dalle idee e con una visione chiara. Qui siamo di fronte a un movimento che è riuscito, quanto miracolasamente non si sa, a portare in piazza migliaia di persone di estrazione diversa, ma tutte unite nel dire di non poterne più di questa classe dirigente, di questo modo sguaiato di fare politica becera e, però, senza portare idee nuove che possano indicarci come uscire da questo pantano. Secondo i sondaggi diffusi in questi giorni, gli italiani oggi voterebbero in massa una lista sardin e ciò, a mio parere, dimostra solo l’infantilismo di un popolo che non vuole e non sa cambiare: molti non hanno capito che per essere partito non basta essere graziosi, protestare e andare in TV, come, sbagliando, sta facendo il leader delle sardine. Io ci vuole molto di più, quel di più, che, ahimè, continua a mancare e che nessuno vuole impegnarsi seriamente a costruire.

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