Referendum proposti dal Prof. Ugo Mattei Presidente onorario CLN e Presidente di G.F. per abrogare la deroga alla legge 185/1990 e per abrogare la partecipazione dei privati per l’annuale programmazione delle priorità di spesa e gli indirizzi generali, contenuta nella L.502/92


In occasione del festival del disarmo a Sanremo il prof. Ugo Mattei ha lanciato la raccolta firme per due referendum abrogativi: il primo per abrogare la deroga per l’invio di armi in Ucraina ed il secondo per escludere i privati dal tavolo per la programmazione delle priorità di spesa e gli indirizzi generali per la sanità.
La partecipazione e l’invio di armi all’Ucraina ha bruciato risorse economiche a discapito della salute e nonostante ciò Meloni-Giorgetti nel Def. 2022, hanno previsto un aumento del budget di 12 miliardi nel 2023, e poi altri 2 miliardi nel 2024, per adeguarsi alla richiesta della Nato di investire nel settore almeno il 2% del Pil. Al contario, lo stesso Documento di Economia e Finanza indica che la spesa sanitaria nel 2023 scenderà di 2 miliardi e di altri 2 miliardi nel 2024.
Le crescenti spese militari nuocciono gravemente alla vita, non soltanto di quanti ucraini e russi, sono vittimizzati da questi armamenti, ma anche di chi sta in Italia, ritrovandosi un settore del welfere sempre più indebolito a vantaggio di quello del warfare.
Non si può rimanere inerti di fronte a fatti di questa portata, che sconvolgono la vita di una nazione e, quindi, non resta che percorrere la strada referendaria ai sensi dell’art. 75 della Costituzione.
Un referendum abrogativo dunque per l’abrogazione delle deroghe introdotte con decreti legge convertiti (L.8/23) dal governi Draghi e Meloni al divieto generale di trasferimento di armi a paesi belligeranti, contenuto nella legge organica 185/1990.
Prima che questa deroga diventi la regola, occorre ripristinare il divieto di inviare armi votando SI al prossimo referendum.
Il secondo quesito proposto dal Prof. Ugo Mattei, che correla i risparmi militari al settore sanitario, riguarda un tema chiave del neoliberismo.
E’ bene sapere che ai sensi della prima riforma neoliberale del servizio Sanitario Nazionale della L.502/92, al tavolo per l’annuale programmazione delle priorità di spesa e gli indirizzi generali, non partecipano solo i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, ma anche i privati.
Essi hanno perciò ufficialmente voce in capitolo nella scelta delle priorità di investimento di quel quasi 7% del Pil investito nella nostra sanità.
Ciò comporta che i privati scelgano quello che è più conveniente per loro. Infatti, come abbiamo avuto modo di appurare nel corso della pandemia, non hanno investito nelle terapie intensive e tanto meno nella medicina di prossimità, ambiti in cui i margini di profitto privato sono molto sottili rispetto ad altri settori convenzionati.
Anche per questo secondo questito bisogna quindi votare SI al prossimo referendum.
Un gruppo di giuristi ha lavorato alla stesura dei due quesiti che dovrebbero essere in grado di collegare la tematica del disarmo a quella della sanità, per far decidere i cittadini, finalmente liberandoli da strategie propagandistiche e divisive, su due grandi emergenze in corso: la gestione sanitaria e la guerra.
Come ha preannunciato U.M. la raccolta delle firme inizierà nel mese di maggio per consegnarle a settembre alla Corte di Cassazione.
Nella Toscano
20.02.2023

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