Cambiare il Titolo V°, abolire il Pareggio di Bilancio in Costituzione e non sottoscrivere il MES è una necessità non più derogabile per salvare il Paese

Il corona virus ha messo a nudo i disastri che in questi ultimi trent’anni sono stati arrecati alla sanità pubblica, un tempo fiore all’occhiello del Paese.

I guasti al sitema sanitario, dobbiamo averne consapevolezza, sono dovuti alla gestione della cosa pubblica al limite della legalità anche costituzionale.

L’origine di tanti mali viene da lontano ed è culminato con la modifica sia del titolo v° della Costituzione, che ha dato origine alla regionalizzazione della sanità e non solo, da cui sono derivati negli anni scandali e ruberie, che l’hanno messa in ginocchio, ma anche dal fatto di avere avuto la pretesa di ridurre la sanità a mera azienda, capace di fare profitto sulla pelle dei cittadini, e non più come luogo di cura, come da tempo va denunciando Gino Strada. Altro elemento devastante è stata la scelta delle Regioni di spingere alla sua privatizzazione con sovvenzioni pubbliche. Sono state, di conseguenza, tolte risorse alla sanità pubblica per darle ai privati. In questi giorni convulsi ci siamo potuti rendere conto di come funziona il privato, o meglio di come non funziona e non sta funzionando in questo grave contingente. Tutto questo ci impone, quindi, di cominciare a ripensare a un sistema pubblico nazionale che sia garanzia per tutti i cittadini da nord a sud del Paese.

Questa deve essere la nostra futura battaglia alla base della quale ci sta la modifica del titolo V° della Costituzione: è da qui che bisogna ripartire.

Ovviamente per avere servizi adeguati bisogna che tutti paghino le tasse e qui si pone l’altro grande problema: fare pagare di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno e, conseguentemente, è necessaria la rimodulazione delle aliquote, che andranno aumentate verso l’alto per chi ha di più e oggi paga quanto chi ha di meno. Ognuno può comprendere la profonda ingiustizia che vi è in questa modulazione delle aliquote. Tornare indietro, quindi , per andare avanti. Infatti, negli anni settanta, se non ricordo male, l’aliquota più alta era di oltre il 70%.

Con l’avvento del liberismo sfrenato tutto questo è andato in fumo e oggi ne stiamo pagando le conseguenze.

Vi è anche un’altro elemento che non va sicuramente trascurato: il Pareggio di bilancio in Costituzione, introdotto dal governo Monti, senza informare i cittadini delle conseguenze, che è tipico dei regimi fascisti, che sta piegando e ha già piegato il sistema economico del nostro Paese, vedi ad esmpio il taglio delle pensioni.

Credo sia arrivato il momento, anche in questo caso di cominciare a cancellarlo dalla Costituzione, per cercare di tornare a essere uno stato democratico.

In ultimo mi preme richiamare l’attenzione sul MES, che il governo si appresta a firmare il prossimo 16 marzo, in piena emergenza coronavirus.

Trovo questo un fatto gravissimo che avrebbe conseguenze disastrose sul futuro economico del nostro Paese, che mai potrebbe attingere a quei fondi che si vorrebbe accantonare, proprio perchè abbiamo un debito pubblico tra i maggiori del pianeta. Sottoscriverlo significherebbe, però, dovere versare altri 124 miliardi in questo fondo, che servirebbero per salavre le banche tedesche.

Capite bene come il Paese sarebbe messo in ginocchio firmando un trattato simile e, dire che saremmo la nuova Grecia, è davvero poco.

Per questo motivo invito tutti a sostenere la nostra difficlissima, ma non impossibile battaglia, firmando la petizione lanciata da Francesco Campanella del Comitato No al taglio del Parlamentari di Palermo.

Nella Toscano

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