Costituzionalisti contro Rousseau Per Sabino Cassese “non si gioca con la democrazia”, per Cesare Mirabelli “così la democrazia rappresentativa va a mare”, per Giovanni Maria Flick “il voto su Rousseau è contro la Costituzione”

POLITICA
03/09/2019 09:01 CEST | Aggiornato 2 ore fa
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Per Sabino Cassese “non si gioca con la democrazia”, per Cesare Mirabelli “così la democrazia rappresentativa va a mare”, per Giovanni Maria Flick “il voto su Rousseau è contro la Costituzione”. È un giudizio netto e molto critico quello di due presidenti emeriti della Corte Costituzionale e di un costituzionalista sul ricorso al voto online per gli iscritti al M5S per decidere se dar vita al governo con il Partito Democratico.

Cassese: “Non si gioca con la democrazia”. “Quando il capo politico del M5S smetterà di giocare con la democrazia?”: se lo chiede costituzionalista Sabino Cassese in un’analisi sul Corriere della Sera sul voto della Piattaforma Rousseau sul Conte-bis voluto da Luigi Di Maio. ”’L’ultima parola spetta agli iscrittì. Quindi, oggi gli iscritti-certificati al M5S (poco più di 100 mila persone) decidono se si fa il governo con il Pd”, osserva Cassese.

Secondo il ragionamento di Cassese, se il responso sarà positivo “la decisione dei gruppi parlamentari del Movimento, regolarmente comunicata al presidente della Repubblica, sarà confermata”, ma nel caso contrario cosa accadrà?, si chiede. “I gruppi parlamentari, smentiti dagli iscritti, dopo essersi pronunciati a favore della nuova formazione di governo, che faranno? Si dimetteranno?”, insiste il costituzionalista e aggiunge: “Poichè è il capo dello Stato che ha dato l’incarico per la costituzione di un nuovo governo sulla base delle indicazioni dei gruppi parlamentari di M5S e Pd, che farà?”.

“Coloro che hanno deciso di avviare questa consultazione, a questo stadio della procedura di formazione del governo (e non prima che si pronunciassero i gruppi parlamentari), non si rendono conto della contraddizione in cui hanno cacciato il M5S”, ha lamentato Cassese. Perchè il risultato sarebbe che “la volontà del maggior numero (i rappresentanti-delegati di 11 milioni di elettori del M5S) sarebbe cancellata da quella del minor numero (una maggioranza di 50-60 mila iscritti al M5S), smentendo le invocazioni populistiche del Movimento”.

In sostanza, conclude il giudice emerito della Corte costituzionale, il risultato è che i rappresentanti del popolo “sarebbero smentiti dal partito, rinverdendo i fasti della migliore partitocrazia”. Un vero e proprio paradosso, per “la forza politica che invoca il popolo a ogni piè sospinto” e che “lo metterà invece a tacere per dar voce ai propri esigui iscritti”.

Mirabelli: “A mare la democrazia rappresentativa”. Il voto sulla piattaforma Rousseau sul Conte-bis “può buttare a mare la democrazia rappresentativa”: è l’allarme lanciato dall’ex presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, in un’intervista alla Stampa. Si tratta infatti di un passaggio – la richiesta di approvazione alla base M5S per via telematica del nascente governo 5S-Pd – non previsto dalla Costituzione, rimarca il professore. Non si tratta solo di “galateo istituzionale” violato. “E’ evidente che si affaccia un interlocutore nuovo, che in Costituzione non è previsto”, sottolinea Mirabelli, per il quale si potrebbe porre una criticità “nei confronti del Presidente della Repubblica”. “Se c’è questa adesione suppostamente popolare, il Capo dello Stato potrebbe poi prendere posizioni diverse? E’ chiaro che il quesito sulla piattaforma telematica è di assoluta genericità. E ci mancherebbe pure che fosse l’approvazione di ministri e programma di governo ,chè questo sarebbe stato davvero grave”. Ma – prosegue Mirabelli – un conto è la consultazione di un partito come consultazione interna, altro è un atto che ha un impatto sul presente”. “Mi domando: se la consultazione fosse negativa, che cosa accadrà? Il presidente incaricato, sulla base del voto di un numero ristretto di persone, sia pure iscritte al partito M5s, si ritira e restituisce il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica? Non è quanto stabilisce la Costituzione, direi. Così come è stata gestita, per tempi e modi, questa consultazione sembra piuttosto un atto di sfiducia o di fiducia preventiva esterna”.

Flick: ”È contro lo spirito della Costituzione”.“Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un’altra simile, uno strumento per l’esercizio della sovranità”. È netto il giudizio che l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick dà del voto sulla piattaforma di M5S in una intervista a Repubblica.
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Per Sabino Cassese “non si gioca con la democrazia”, per Cesare Mirabelli “così la democrazia rappresentativa va a mare”, per Giovanni Maria Flick “il voto su Rousseau è contro la Costituzione”. È un giudizio netto e molto critico quello di due presidenti emeriti della Corte Costituzionale e di un costituzionalista sul ricorso al voto online per gli iscritti al M5S per decidere se dar vita al governo con il Partito Democratico.

Cassese: “Non si gioca con la democrazia”. “Quando il capo politico del M5S smetterà di giocare con la democrazia?”: se lo chiede costituzionalista Sabino Cassese in un’analisi sul Corriere della Sera sul voto della Piattaforma Rousseau sul Conte-bis voluto da Luigi Di Maio. ”’L’ultima parola spetta agli iscrittì. Quindi, oggi gli iscritti-certificati al M5S (poco più di 100 mila persone) decidono se si fa il governo con il Pd”, osserva Cassese.

Secondo il ragionamento di Cassese, se il responso sarà positivo “la decisione dei gruppi parlamentari del Movimento, regolarmente comunicata al presidente della Repubblica, sarà confermata”, ma nel caso contrario cosa accadrà?, si chiede. “I gruppi parlamentari, smentiti dagli iscritti, dopo essersi pronunciati a favore della nuova formazione di governo, che faranno? Si dimetteranno?”, insiste il costituzionalista e aggiunge: “Poichè è il capo dello Stato che ha dato l’incarico per la costituzione di un nuovo governo sulla base delle indicazioni dei gruppi parlamentari di M5S e Pd, che farà?”.

“Coloro che hanno deciso di avviare questa consultazione, a questo stadio della procedura di formazione del governo (e non prima che si pronunciassero i gruppi parlamentari), non si rendono conto della contraddizione in cui hanno cacciato il M5S”, ha lamentato Cassese. Perchè il risultato sarebbe che “la volontà del maggior numero (i rappresentanti-delegati di 11 milioni di elettori del M5S) sarebbe cancellata da quella del minor numero (una maggioranza di 50-60 mila iscritti al M5S), smentendo le invocazioni populistiche del Movimento”.

In sostanza, conclude il giudice emerito della Corte costituzionale, il risultato è che i rappresentanti del popolo “sarebbero smentiti dal partito, rinverdendo i fasti della migliore partitocrazia”. Un vero e proprio paradosso, per “la forza politica che invoca il popolo a ogni piè sospinto” e che “lo metterà invece a tacere per dar voce ai propri esigui iscritti”.

Mirabelli: “A mare la democrazia rappresentativa”. Il voto sulla piattaforma Rousseau sul Conte-bis “può buttare a mare la democrazia rappresentativa”: è l’allarme lanciato dall’ex presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, in un’intervista alla Stampa. Si tratta infatti di un passaggio – la richiesta di approvazione alla base M5S per via telematica del nascente governo 5S-Pd – non previsto dalla Costituzione, rimarca il professore. Non si tratta solo di “galateo istituzionale” violato. “E’ evidente che si affaccia un interlocutore nuovo, che in Costituzione non è previsto”, sottolinea Mirabelli, per il quale si potrebbe porre una criticità “nei confronti del Presidente della Repubblica”. “Se c’è questa adesione suppostamente popolare, il Capo dello Stato potrebbe poi prendere posizioni diverse? E’ chiaro che il quesito sulla piattaforma telematica è di assoluta genericità. E ci mancherebbe pure che fosse l’approvazione di ministri e programma di governo ,chè questo sarebbe stato davvero grave”. Ma – prosegue Mirabelli – un conto è la consultazione di un partito come consultazione interna, altro è un atto che ha un impatto sul presente”. “Mi domando: se la consultazione fosse negativa, che cosa accadrà? Il presidente incaricato, sulla base del voto di un numero ristretto di persone, sia pure iscritte al partito M5s, si ritira e restituisce il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica? Non è quanto stabilisce la Costituzione, direi. Così come è stata gestita, per tempi e modi, questa consultazione sembra piuttosto un atto di sfiducia o di fiducia preventiva esterna”.

Flick: ”È contro lo spirito della Costituzione”.“Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un’altra simile, uno strumento per l’esercizio della sovranità”. È netto il giudizio che l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick dà del voto sulla piattaforma di M5S in una intervista a Repubblica.
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