Io non ci sto a rimanere immobile dietro ad un pensiero o ad una ideologia dei tempi andati!

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Trovo davvero triste quello che succede ogni volta che qualcuno prova a fare qualcosa per questo Paese e per questa sinistra e devo prendere atto, ancora una volta e molto amaramente, che molti di quelli che si dicono di sinistra non sono capaci di costruire quel cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Non sono bastate le esperienze passate, non è stata sufficiente la scomparsa della sinistra a fargli capire che bisogna cambiare. Questa mancanza di senso ci mette ancora una volta di fronte all’inconcludenza e incapacità di andare oltre quella che è stata la sinistra del recente passato.
Nessuno oggi può affermare che sia stata al passo con i tempi, anzi è rimasta ferma ai suoi dogmi senza tradurli mai in azione concreta e in molti casi si è ridotta ad emulare le gesta della destra, finendo così per dare una buona mano alla distruzione del Paese. La classe operaia è scomparsa e ancora c’è, tra gli intellettuali che dicono di essere comunisti, chi inneggia alla dittatura del proletariato. Ma dove vogliamo andare con questo immobilismo pseudo intellettuale? Io penso: solo a sfasciarci la faccia contro quel muro mai caduto, perchè è innegabile che ci sono ancora muri ideologici che non sono stati mai abbattuti e che sembra impossibile abbattere.

Penso anche che se tutti gli uomini dei secoli scorsi avessero continuato a pensare come nel medioevo oggi non potremmo scontrarci su ciò che è stato o no il comunismo. Ogni epoca, come sappiamo o dovremmo sapere, ha prodotto mutamenti sia nel modo di pensare, che di agire dei popoli per assicurare all’umanità benessere crescente, pur tradendo spesso questo obiettivo, perchè da che mondo è mondo l’uomo ha cercato sempre di migliorare le proprie condizioni di vita e non ha mai smesso di ricercare benessere per se e la società. Eppure i comunisti, quelli che non riescono a distaccarsi dall’ideologia del comunismo del secolo scorso, non riescono proprio a cercare di cambaire a guardare con occhi nuovi il mondo per cercare di migliorarlo e migliorarsi, di mettersi al passo con i cambiamenti inevitabili che si sono manifestati, soprattutto in questi ultimi anni, che hanno cambiato e stanno cambiando il volto del mondo, non sempre positivamente, che ci pongono interrogativi che attendono risposte, che ci mettono davanti problemi immensi da risolvere subito, come i disastri ambientali che si susseguono sempre più spesso, la disoccupazione, le tutele,i diritti, gli abusi e molto altro ancora. Di fronte a tutto questo è veramente sbalorditiva la chiusura di certi “compagni”, che continuano a far prevalere logiche ideologiche di un mondo che non c’è più, piuttosto che la ricerca di un modo nuovo di affronatre i problemi per riuscire a risolverli e di elaborazione di un nuovo pensiero che vada oltre le ideologie del passato.
Non c’è dubbio che i problemi che abbiamo di fronte non possiamo risolverli continuando ad agire e pensare come prima. E allora? Perché questo persistente rifiuto di andare oltre? Perché questa paura di uscire dagli schemi del passato?
Io non ci sto a rimanere immobile dietro ad un pensiero o ad una ideologia dei tempi andati, pur non rinnegando le mie appartenenze passate e conservando nel mio cuore e nelle mia mente ed anche nel mio agire politico l’insegnamento di Berlinguer e di Gramsci, ritengo che sia arrivato il momento di andare oltre, di elaborare una nuova categoria di pensiero ed è proprio in virtù di questa convinzione, mi preme precisarlo, che abbiamo aperto un cantiere di lavoro e abbiamo chiamato a partecipare chi condivide la necessità di un cambiamento vero. Molti sono rimasti muti e sordi a questo richiamo, altri hanno preferito gettare la spugna e qualcuno, dopo avere apprezzato e condiviso, ha inspiegabilmente cambiato parere, anzi si è prorio rivoltato contro.
Sembra incredibile, ma è vero!
Quindi, ancora una volta tocca prendere atto che la coerenza non è una virtù di tutti!
Penso però che senza questa virtù è difficile provare a cambiare questo Paese, messo in ginocchio proprio da questi voltagabbana di politci di destra e di sinistra, di centro, insonmma da tutti quelli che fanno politica o che aspirano ad un posto in lista e che per averlo sono stati e sono capaci di passare anche da uno schieramento all’altro con disinvoltura, come fosse niente.
Ricostruire la sinistra è necessario per cercare di opporsi al pensiero unico dominante, una sinistra che vada oltre le categorie di pensiero del passato, che amplifichi la sua visuale e rivolga lo sguardo anche verso tutti quei cittadini e lavoratori che la sinistra ha sempre trascurato, per dare rappresentanza a quanti non si riconoscono più in questi partiti e partitini,
La coerenza nelle scelte è una delle virtù fondamentali dell’agire politico e deve essere un segno tangibile di chi come noi crede nella necessità di un cambiamento.
Voglio precisare a tal proposito che il nostro manifesto base, che qualcuno si è permesso di irridere, ma solo dopo averlo apprezzato (sic), è il nostro punto di partenza, noi partiamo da lì per ricostruire la sinistra che vogliamo per contrastare il pensiero unico dominante, chi vi si riconosce da buon operaio può partecipare alla sua ricostruzione, chi non si riconosce può scendere, nessuno obbliga nessuno. Il lavoro che stiamo cercando di fare con impegno, fatica e spirito di servizio è solo perché avvertiamo l’urgenza di dare una nuova opportunità al Paese. Ci stiamo provando, se dovessimo riuscirci, sarà un bene per il Paese, ma se non dovessimo riuscirci sono convinta che avremo perso un’altra occasione, ma almeno potremo dire che ci abbiamo provato e saremo in pace con la nostra coscienza.
Nella Toscano

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