Con quali uomini e donne cominciare a ricostruire, prima che la Grecia diventi una realtà anche Italiana?

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Credo che non se ne possa davvero più di questi dibattiti televisivi dove partecipano esponenti di vari partiti e del medesimo partito che la pensano in modo esattamente all’opposto su temi fondamentali quale è appunto la riforma del mercato del lavoro, la politica estera ecc…
Mi domando come possono farsi un’idea corertta i cittadini di fronte a questa continua bagarre di voci e pensieri che si sovrappongono senza mai arrivare ad una conclusione che sia condivisibilie, non dico di tutti, ma di quelli del medesimo partito, che, tra l’ltro, apepena gli chiedi se voteranno contro o a favore delle proposte da cui dissentono, diventano vaghi o ti dicono che alla fine si devono adeguare a quello che decide il partito.
No, siamo veramente un Paese confuso ed i parlamentari lo sono più di tutti e lo sono anche perché hanno dimenticato che c’è una Costituzione il cui art. 67 recita esattamente così : “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” .
Se lo conoscessero dovrebbero sapere che uniformarsi a quello che decide il partito, o meglio ripararsi dietro la foglia di fico del partito, significa solo disattendere il dettato Costituzionale.
Di fronte ad una situazione così dramatica, di fronte a questi parlamentari tutti incapaci di sapere interpretarare il proprio ruolo, sia in quanto componenti del parlamento, sia in quanto membri di questi partiti liquidi c’è da rimanere sbigiottiti ed anche molto, ma molto preoccupati.
E’ chiaro che così non si può andare avanti, c’è la necessità assoluta di porre ordine sia dentro i partiti, che in Parlamento e poi anche e soprattutto nell’informazione.
Quel che appare impossibile è poterlo fare con questa classe dirigente e con questa informazione da torre di babele, su questo non c’è alcun dubbio.
Trovare una strada nuova al momento sembra quasi impossibile, ma rimane comunque una necessità se vogliamo uscire da questo marasma.
Quel che possiamo registrare è che siamo in guerra e non ce ne rendiamo conto, anzi nessuno lo dice. Siamo dentro una guerra disastrosa per difendere gli interessi economici di chi?
Lo vogliamo chiedere a questi politici e al governo?
Io credo che è finito il tempo di venirci a raccontare favole, qui ci devono dire la verità, non si può tenere un popolo in continua tensione.
Stanno facendo una guerra sull’art. 18, che come sappiamo è solo un modo per evitare i problemi veri del lavoro. Sappiamo anche che l’art. 18 non è causa della crisi economica e non è la causa di eventuali mancate assunzioni da parte delle imprese.
Su 10.000 casi di richiesta di reintegro, solo 3.000 sono state accolte, basta conoscere questi dati per capire che dietro questa battaglia si sta consumenado uno scontro ideologico che non ha alcun senso e che di certo non aiuterà l’Italia a crescere, anzi, se tolta quella minima parte di diritti che rimangono ai lavoratori, si renderà il lavoro ancora più precario e sottopagato.
Vogliono risolvere così i problemi della crisi?
Lo capisce pure un bambino che non è così che si può andare avanti.
Allora se questo governo vuole prendere atto del suo fallimento, se non è in grado di fare niente di buono per manifesta incapacità e volontà sarebbe il caso di tagliare la corda e di tornare a votare.
Una cosa però deve essere chiara: se non cominceremo con il cambaire o meglio a ricostruire questi partiti e questa classe dirigente a tutti i livelli non arriveremo mai da nessuna parte.
C’è bisogno di buona politica, di idee chiare e condivise da portare avanti e per farlo sarebbe necessario e urgente che questi politicanti la smettessero di beccarsi senza costrutto.
La domanda è: con quali uomini e donne cominciare a ricostruire, prima che la Grecia diventi una realtà anche Italiana?
Nella Toscano

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1 Risposta

  1. franca ha detto:

    Condivido quello che scrivi, purtroppo dobbiamo prendere atto amaramente che la situazione attuale in Italia è gravissima.