TUTTI A MESSA

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Carla Corsetti

Il primo atto pubblico di un Sindaco è significativo.
Alemanno come primo gesto dopo l’insediamento, mandò un saluto deferente al monarca vaticano.
La Raggi, come primo atto da Sindaco, con la fascia tricolore, non si è limitata al telegramma di deferenza ma ha partecipato ad un evento giubilare organizzato presso la Pontificia Università Lateranense, poi si è recata in pompa magna presso la basilica di San Giovanni in Laterano ed ha assistito ad una messa, e poi è passata attraverso la Porta Santa, esibendosi, nella sua veste pubblica e sempre con la fascia tricolore, in un rituale magico secondo il quale, attraversando determinate porte si cancellano tutti i comportamenti negativi e in conflitto con la morale cattolica.
In una recente dichiarazione la Raggi aveva affermato che “il vento sta cambiando”.
Di certo, in punto di laicità nessun cambiamento epocale, perché neanche la Raggi ha dimostrato di comprendere che le manifestazioni del culto della sua setta non appartengono a tutti.
Con la fascia tricolore lei rappresenta tutti i cittadini di Roma e la ritualità della sua setta la può seguire come privata cittadina e non come Sindaco di atei, ebrei, islamici, buddisti e pastafariani, non credenti, evangelici, testimoni di Geova, ortodossi o comunque seguaci di decine di altri culti diversi da quello cattolico.
La Raggi si conferma come esponente di punta di un partito che, deficitario di ideologie, non conosce il principio di laicità.
Non sarà sufficiente colmare questa grave lacuna con la dichiarata intenzione di far pagare le tasse sugli immobili al Vaticano, perchè la motivazione sottesa non sarà l’affermazione di un principio fondante dei sistemi democratici, quanto piuttosto un mero obiettivo di cassa.

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