IL PAESE CHE NON CAPISCE PIÙ NIENTE

A proposito dell’indagine P.I.S.A. condotta dall’OCSE, Raffaele Simone scrive:

“IL PAESE CHE NON CAPISCE PIÙ NIENTE
Trent’anni di berlusconismo televisivo e culturale e altri trenta di mediasfera sfrenata e lasciva, di movida, occupazioni, ossessione per il proprio corpo e sballi di ogni tipo renderebbero ottuso anche un genio. In questo modo due o tre generazioni di italiani sono state distrutte, e le prossime si preparano al loro turno.

Cancellata e disprezzata la “cultura di base” (date, dati, grandi eventi, grandi personaggi, geografia elementare, grammatica elementare, aritmetica ingenua, scienza ingenua, capacità deduttiva e inferenziale…), eliminato il vocabolario men che banale, ignorata la sintassi che va oltre il parola-per-parola, dimenticati perfino i proverbi e le frasi fatte.
Dei ragazzi che passano ore attaccati al telefonino non hanno più il tempo di attaccarsi a un testo qualunque e cercare di capirlo: troppo lento, troppo vecchio, troppo complicato. A forza di non capire testi, smettono di capire anche il Gran Testo del mondo.
Non c’è bisogno di fare troppe indagini: campioni eminenti di queste generazioni seggono in Parlamento.
Il problema è segnalato in tutto l’Occidente (Finlandia esclusa), ma l’Italia, come al solito, primeggia.
Un intero sistema educativo che gira a vuoto.”

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