Le imposture del potere!

10343681_10203960337719266_4883072129003767278_nRileggendo alcuni passi de ” Il Ritorno Del Principe” di R. Scarpinato e di S. Lodato a proposito di mafia mi ha colpito l’ affermazione secondo cui “personaggi come Provenzano, Riina e altri capi sono il sottoprodotto e la replica popolare di questo modo di esercitare il potere. Durato nel tempo non per forza propria, ma perché sono leve necessarie al gioco grande del potere.”

Questi personaggi, su cui far ricadere tutte le colpe, quando esauriscono la loro funzione vengono abbandonate al loro detsino, pur uttavia continuando a svolgere anche dopo un ruolo essenziale: “fungere da parafulmine su cui scaricare tutta la responsabilità del male e da paravento della criminalità al potere. Provenzano e gli altri capi della mafia militare del suo livello, ” come afferma sempre Scarpinato, “ sono oggi divenuti scorie mediatiche che galleggiano nel mare della storia …”
Penso che questa sia una corretta interpretazione della realtà e lo penso soprattutto alla luce di quello che sta venendo fuori oggi in merito alla mafia ed alla corruzione diffusa.
Per comprendere bene il fenomeno della corruzione dobbiamo sgombrare il campo da pregiudizi e cercare di capire e vedere quello che è davanti a noi e che noi spesso non vogliamo vedere proprio perché infarciti di pregiudizi.
Solo una corretta visione dei fatti potrebbe consentirci di comprendere il reale funzionamento della macchina del potere e quindi dei suoi segreti e magari venire a capo dei fenomeni sia mafiosi che corruttivi che avvengono sempre più spesso ed in maniera intollerabile nel nostro Paese.
Dovremmo finalmente capire che il non volere aprire gli occhi sulla realtà che ci circonda fa il gioco grande del potere che tende così a perpetuarsi.
Infatti, in merito alla regola universale del potere, De Maistre,esponente dell’alta aristocrazia francese degli inizi del 1800, affermava che “non bisogna coltivare la ragione del popolo ma i suoi sentimenti: occorre dunque dirigerlo, e formare il suo cuore e non la sua ragione. Esso deve essere tenuto nel suo stato naturale di debolezza: leggere e scrivere non conviene alla felicità fisica e morale del popolo, anzi non corrisponde nemmeno al suo interesse.”
Una regola questa che “ si perpetua ai giorni nostri adattandosi camaleonticamente alle evoluzioni storiche.”
Una regola fatta e sorretta quindi dalle imposture costruite e perpetuate con false credenze che servono al potere per conservarsi.
“ Una storia totale in cui si intersecano, interagendo, tutti i diversi piani della nostra vita: quelli dell’organizzazione dello Stato, dei rapporti economici, dei conflitti politici, della religione, della cultura, dell’educazione, insomma dei rapporti di forza pubblici e privati tra potenti e impotenti, nonché i versanti pscosociali di tutti questi piani. E non è una storia altra, che riguardi altri. E’ una storia nostra che riguarda ora e qui da vicino le nostre vite. Perché come si diceva nel sessantotto – se tu non ti occupi del potere, il potere e le sue imposture si occupano comunque di te….”
E’ proprio quello che sta succedendo oggi: noi i cittadini abbiamo delegato, abbiamo dato una delega in bianco al potere ed il potere ci sta contraccambiando con le sue imposture, che non tengono conto né della nostra salute, né dei nostri diritti, né dell’ambiente – vedi lo sciagurato provvedimento del governo appena varato su Taranto – .
Il potere detta le sue regole e prentende che noi “il popolo” dobbiamo eseguire senza ribellarci.
“La teoria moderna sul fondamento del potere – “teoria ascendente” – secondo la quale il potere risiede nel popolo che delega ai suoi rappresentanti, è molto sofisticata ma, come quella che l’hanno preceduta, è infarcita di imposture. I dittatori del Novecento, a destra e a sinistra, assumevano di essere investiti dal nuovo Dio laico: il popolo, la nazione, la classe operaia”.
Abbiamo visto com’è finita in tutti i casi e oggi purtroppo nel sentire riecheggiare quel richiamo al popolo italiano da parte di chi non è stato nemmeno eletto si percepisce con sempre più intensità quel senso di asfissia di cui parlava Calamandrei nel lontano 1955.
Riflettere su ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi è di fondamentale importanza, e cercare di vedere ciò che il nostro cuore non vuole vedere perché non ne ha la forza. Una corretta visione della realtà però non può che nascere dall’intelligenza e giungere fino al cuore, come afferma R. Scarpinato e io condivido questa affermazione.
Nella Toscano

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2 Risposte

  1. Paolo Bertagnolli ha detto:

    Condivido la tua analisi, Nella

  2. ricostruirestatoepartiti ha detto:

    Grazie Paolo!