L’Italia chiude lo spazio aereo alla Russia. Gli aiuti all’Ucraina: mitragliatrici, munizioni, lanciarazzi e 1.350 militari

di Fiorenza Sarzanini
Pronto il decreto con cui il nostro Paese, ai sensi degli articoli 3 e 4 del trattato nord Atlantico, può autorizzare l’invio di uomini e strumenti per sostenere la difesa dell’Ucraina

L’Italia ha deciso di chiudere lo spazio aereo alla Russia. Intanto già domani potrebbe arrivare un nuovo decreto per inviare armi all’Ucraina nella guerra contro la Russia di Putin. Dopo i colloqui del presidente del Consiglio Mario Draghi con il presidente Zelensky, ma soprattutto dopo l’accordo interno all’Unione europea, il provvedimento autorizzerà autorizza l’invio di mitragliatrici e munizioni, oltre alla messa a disposizione di alcuni lanciarazzi.

Il materiale bellico arriverà attraverso un ponte aereo sino al confine e poi via terra con un convoglio Nato. La missione italiana è autorizzata «ai sensi degli art 3 e 4 del trattato nord Atlantico».
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Già da oggi sono pronti a partire i soldati che sono stati messi a disposizione della Nato. Sono 1.350 militari e fanno tutti parte dei nuclei speciali. Sono lagunari, paracadutisti, alpini, incursori del Consubim. Andranno in Romania e Ungheria per l’operazione Eagle Defense che partecipa alla protezione dei territori minacciati dall’attacco russo. Oltre al contingente l’Italia ha disposto l’invio di materiale bellico: giubbotti ed elmetti, metal detector portatili, robot per le mini e apparecchiature per lo sminamento.
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